
Della Sicilia ci si innamora al primo sguardo: una meta meravigliosa, un’isola ricca di storia e tradizione. A ogni angolo un’esplosione di profumi e sapori legati alle influenze arabe, greche, francesi, spagnoli e normanne, che hanno lasciato tracce evidenti non solo nella storia della Sicilia, ma anche in cucina.
Nell’agosto 2015 sono partita insieme alla mia famiglia per la Sicilia: un viaggio on the road. L’idea? Quella di lasciarci trasportare dalle abitudini del posto, di fare quello che fanno i siciliani nelle calde giornate estive, di scoprire una Sicilia diversa, ma molto apprezzata: la Sicilia dello street food. Perché il cibo da strada è una cultura ben radicata, soprattutto tra i giovani. In Sicilia si mangia “al volo” ovunque: nei mercati di Palermo, tra le stradine di Catania, in spiaggia a Mondello, nella periferia di Bagheria o nelle fiere enogastronomiche estive.
Il motivo è semplicissimo: i cibi tipici siciliani si prestano molto bene al concetto di street food per le caratteristiche e per la semplicità di preparazione di molti salati. Basti pensare alle panelle e cioè alle frittelle di farina di ceci che vengono servite anche in pizzeria, mentre si aspetta per mangiare il piatto principale.
In Sicilia la cucina è in perenne contrasto tra la tradizione povera, fatta di ingredienti semplici e stagionali e quella ricca, opulenta. La pasta con le sarde e finocchietto, pinoli e uvetta, la famosa pasta alla norma con ricotta salata pomodori e melanzane e la profumatissima caponata fanno sicuramente parte della prima. E, sul lato opposto, il timballo di pasta e Il farsumagru e cioè l’arrosto di carne farcito con salame, formaggio e uova: piatti che rientrano nel concetto di cucina barocca, molto ricca e saporita.
A Bagheria è successo proprio questo: entrando nella Pizzeria la Fattoria di Totuccio, abbiamo ordinato panelle e pizzette ripiene di ricotta. Così, senza pensarci un attimo. E poi una pizza cotta a legna veramente particolare: la pizza “Sfincione“, preparata con gli ingredienti della famosa focaccia palermitana.
Un esempio su tutti del retaggio arabo nella tradizione gastronomica siciliana è il cous cous di pesce: una specialità che abbiamo provato durante il nostro soggiorno a Trapani. La cosa particolare è che la zuppa di pesce viene versata solo in parte sul piatto di portata. Solitamente, infatti, il cous cous viene accompagnato da una piccola zuppiera. Noi lo abbiamo provato nel cuore della città, al Ristorante Serisso 47: il magazine Panorama nel 2006 lo ha incoronato il ristorante migliore di Trapani. Il locale riesce a esaltare le eccellenze territoriali in un ambiente elegante.

PALERMO STREET FOOD TOUR
A Palermo, il primo giorno, ho mangiato una bella porzione di pasta alla Norma take-away presso la Antica Focacceria S. Francesco, aperta dal 1834: un trionfo di melanzane fritte, pomodoro e ricotta salata. All’interno del locale si preparano anche i Pani’ ca Meusa e cioè con la milza: un paninetto al sesamo ripieno di pezzetti di milza di vitello soffritta, a cui si può aggiungere caciocavallo grattugiato o ricotta.
Al Mercato di Ballarò abbiamo mangiato tra i banchi di abbigliamento e giocattoli: si arrostiva il pesce fresco sulle piastre roventi. Sono rimasta conquistata dalle Sarde a Beccafico, arrotolate a involtino e preparate con pangrattato, aglio e prezzemolo tritato, pinoli e uva sultanina.

In questa splendida città ho assaggiato due dolci tipici: in primis il mitico cannolo siciliano, che deve essere assemblato sul posto attraverso una sac à poche, pochi secondi prima di servirlo. Una croccante cialda biscottata, a forma cilindrica, con ripieno di crema di ricotta, zucchero, cioccolato fondente a scaglie e canditi.
Dopo aver cenato presso la Trattoria Ai Cascinari, ho gustato la mia prima Torta ai Sette Veli, una meraviglia della pasticceria palermitana, che solitamente si attribuisce alla Pasticceria Cappello. Sette strati composti dal croccante al cioccolato, bavarese alla nocciola, bavarese al cioccolato fondente e pan di spagna al cacao, ricoperti da glassa al cacao.
Nei pressi di Palermo trovate la spiaggia di Mondello: lunga e affollatissima. Sembra una cartolina: i bambini comprano le ciambelle fritte e le mangiano con gusto mentre giocano a carte sulla sabbia con tutta la famiglia. C’è anche chi preferisce un’arancina e chi si disseta con una granita.

IL CIBO DI STRADA A CATANIA E DINTORNI
A Catania ho assaggiato tutte le arancine possibili e immaginabili: al burro, al ragù di carne con i piselli, in bianco con lo zafferano, con le melanzane. La mia preferita? Quella al pistacchio: delicata, ma molto gustosa. E poi in questa meravigliosa città troverete posticini inaspettati proprio sulla strada, come una macellerie di carne equina che, nelle ore serali, allestiscono la brace rovente proprio in mezzo alla strada, preparando panini con fettine di carne equina e hamburger di carne di asina: personalmente ho trovato entrambe le carni molto delicate. Un vero e proprio street food che abbiamo gustato a viale Mario Rapisardi presso la Marcelleria “Carne di cavallo di Rosario D’Agostino”
E poi ci sono le famose crespelle di riso catanesi o “zeppole di riso”. Specialità, inventate dalle monache del Monastero dei Benedettini di Catania nel XVI secolo: queste deliziose frittelle di riso sono aromatizzate all’arancia e cosparse di miele. Le ho assaggiate alla Crispelleria Marconi, che offre specialità dolci e salate veramente ottime, anche dopo cena.

Bronte è stata una tappa non prevista del mio viaggio, ma fortemente cercata. Incredula ho osservato dalla macchina le piante di pistacchi che si snodavano lungo la strada per raggiungere Randazzo, tra Adrano e Bronte. Arrivati nel paese, ho optato per un gelato artigianale al Bar Conti Gallenti rigorosamente monogusto e ho comprato alcuni prodotti tipici realizzati con il pistacchio e diversi torroncini. Sono rimasta affascinata dalle vetrine del Bar: pasticcini, iris fritte e cannoli, tutto al pistacchio.
Se pensate alla Sicilia come meta per l’estate 2017 non abbiate alcuna riserva: assaggiate tutto, giocate proprio sul concetto di street food, esplorate tutti i sapori nuovi e intensi che vi offre l’isola, soprattutto se si tratta di ingredienti freschi e di stagione. Fermatevi a ogni angolo, a ogni incrocio e entrate in tutte le friggitorie: siate curiosi. Questa è la ricetta della felicità sulle strade siciliane.